Riapre al pubblico come sede espositiva, la chiesa di San Salvatore a Pistoia. Apre le sue porte dopo un lungo restauro ed è la quarta dopo Palazzo Buontalenti, Palazzo de’ Rossi e Antico Palazzo dei Vescovi con cui Pistoia Musei porta a compimento il suo importante progetto di sistema museale nel cuore della città toscana.
La storia di questa chiesa, si interrompe nel 1784 dove il vescovo Scipione de’ Ricci scelse di sopprimere la parrocchia di San Salvatore, chiusa poi al culto nel 1807, portando cosi un abbandono che è durato due secoli. Ora grazie al recupero da parte di Fondazione Caript si è riusciti ad riaprire una delle chiese più antiche d’Italia. D’intesa con la Chiesa Cattedrale di Pistoia, proprietaria dell’immobile, rinasce come un museo che propone un viaggio nella storia del nucleo più antico della città attraverso l’esposizione di opere finora conservate nei depositi dei Musei Civici, come l’anfora di proprietà del Comune di Pistoia datata fra il I secolo a.C e il II secolo d.C.
Grazie a scavi archeologici si è riusciti ad le strutture più antiche e interessanti della chiesa già presente in epoca romana e altomedievale. Questa chiesa è molto legata a Pistoia anche grazie al racconto della storia di Catilina, famoso personaggio romano. Secondo una tradizione seicentesca la sua tomba era stata trovata proprio sotto il tabernacolo, ancora visibile all’esterno, in via Tomba di Catilina, dove sono state scoperte tracce di edifici del II o del I secolo a.C., il restauro del tabernacolo ha inoltre fatto emergere porzioni di affreschi. La scoperta più straordinaria è sicuramente quella di un affresco incompleto, Compianto sul Cristo morto, databile alla fine del Duecento e attribuito alla cerchia di Lippo di Benivieni.
Claudio Rosati e Nicola Becagli, responsabili del progetto: “Ci auguriamo, che ogni visitatore vi possa trovare un’atmosfera particolare, tale da essere definita con il bel concetto di ‘sentimento spazializzato”. “L’edificio spiega Monica Preti, direttrice di Pistoia Musei – si presenta interamente recuperato e pronto per iniziare una diversa fase della sua storia. Storia che lo ha portato a cambiare la sua destinazione d’uso per essere di nuovo un luogo ‘vivo’ nel tessuto sociale della città, alla quale viene finalmente restituito come spazio culturale e museale”.
Il presidente di Fondazione Caript afferma quanto questo investimento sia una tappa rilevante su un percorso intrapreso per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e architettonico locale.
Fonte: Turismoitalianews
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